© LA STAMPA – VENERDÌ 1 FEBBRAIO 2019
Febbraio inizia con una bella nevicata anche in pianura al Nord-Ovest, ma non sarà una temibile «apocalisse bianca» né una «bomba di neve» come annunciato da alcuni siti di (dis)informazione meteorologica che hanno come obiettivo solo l’acchiappaclick per fini pubblici-tari. Prevedere le quantità di neve è difficile, soprattutto quando, come oggi, le temperature sono attorno a 0 °C, e pochi decimi di grado fanno la differenza tra un rapido accumulo al suolo e un nevischio bagnato.
Tuttavia a Torino la depressione atlantica «Pirmin» dovrebbe depositare circa 10 centimetri di manto, un episodio del tutto ordinario per il clima della città subalpina, che potrebbe risultare simile a quelli dell’11 febbraio 2013 (8 cm) e del 5 febbraio 2015 (10 cm). Se eventi di questo tipo ci sorprendo-no è anche perché arriviamo da inverni sempre più miti e meno nevosi, e siamo quindi meno preparati ad adattare il nostro frenetico stile di vita: sulla pianura torinese infatti la quantità media annua di ne-ve fresca nell’ultimo trentennio si è più che dimezzata rispetto ai due secoli precedenti, passando da 50 a 18 cm, e prima del 1990 una nevicata di 10 cm era comune un paio di volte l’anno. Asti e Alessandria, più esposte all’umidità marittima attraverso il basso crinale appenninico, oggi saranno un po’ più colpite con una ventina di centimetri di neve, quantità che potrebbe perturbare il traffico, ma pro-prio grazie alle previsioni meteo oggi affidabili, che annunciano da giorni l’evento nevoso, non sarebbe difficile assumere le precauzioni per ridurre i disagi ed evitare una chiusura delle scuole forse eccessiva. Cosa si farebbe con una nevicata da mezzo metro?L’episodio nevoso si ridurrà di intensità verso oriente, a Milano e Piacenza dovrebbero cadere circa 5 cm, mentre da Brescia verso le Venezie i miti venti meridionali porteranno solo pioggia battente.
Quanto alla montagna, Alpi Marittime e centro-orientali sono i settori candidati a ricevere le nevi-cate più generose, anche oltre 70 cm; mezzo metro pure in alta Val Susa, mentre Aosta e dintorni dovranno accontentarsi di 5-15 cm: benvenuta neve sui prati rinsecchiti e sulle piste da sci in affanno dopo due mesi di secco, ma attenti alle valanghe. L’Appennino Ligure e Tosco-Emiliano, investito dalle tiepide correnti da Sud-Ovest, vedrà pioggia fin verso i 2000 metri, e nelle vallate tra l’alto Alessandrino e l’Emilia potrebbe presentarsi l’insidioso gelicidio (pioggia congelantesi); mareggiate sulle coste. Il rapporto ansiogeno con un evento meteorologico pressoché normale tradisce la nostra sempre maggior lontananza dal mondo naturale, un imbozzolamento della società in territori artificializzati a clima controllato, riscaldati d’inverno, raffrescati d’estate, che deresponsabilizzano le persone dal confrontarsi con la realtà: così quando si scivola sulla neve perché si sono messe le scarpe sbagliate, invece di star più attenti si sporge de-nuncia contro il municipio perché non ha sparso abbastanza sale, che poi inquina le falde acquifere e corrode le strade.
di Luca Mercalli
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