L’Ispra, di cui pubblichiamo il logo istituzionale, è un ente di Stato in cui lavorano ricercatori e studiosi dalla matematica alla biochimica, dalla zoologia alla fisica. Nel rapporto annuale vengono messe in evidenza le situazioni che riguardano l’ambiente e il territorio.
Come si può notare nelle grandi città soprattutto del nord Italia la situazione dell’inquinamento da polveri sottili e sostanze cancerogene è molto grave e come i limiti di accettabilità e la soglia di pericolo siano superati con grande frequenza. Ma ci sono limiti anche nei dati dell’Ispra, non perché non siano corretti ma perché le sue conclusioni e i dati che fornisce non hanno potere vincolante sulle istituzioni quali comuni e regioni.
Quindi l’Ispra studia, ricerca e offre dati e spiegazioni ma quello che scrive non vale, nonostante sia un ente pubblico di Stato pagato dai cittadini che pagano le tasse. Un esempio eclatante è quello che riguarda la fauna selvatica (esiste una branca dell’Ispra apposita).
Se zoologi e biologi fanno osservare che una specie di mammifero o di uccello è in pericolo per motivi diversi e rischia di scomparire dalla nostra penisola e raccomandano che venga sospesa la caccia di quella specie, gli uffici preposti possono non tenerne conto, come se l’Ispra non esistesse.
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Inquinamento dell’aria e cambiamenti climatici (PDF) // Tabella dati 1 (XLS) // Tabella dati 2 (XLS) // Tabella dati 3 (XLS)